UNA VOCE A GENOVA



UN COLPO AL CERCHIO ED UNO ALLA BOTTE

UN COLPO AL CERCHIO ED UNO ALLA BOTTE

Recentemente abbiamo assistito a violente polemiche nel Consiglio comunale a causa della richiesta dei partiti del centrodestra di intitolare il porticciolo di Nervi a Luigi Ferraro e Duilio Marcante. Pochi giorni fa, invece, tutti d’amore e d’accordo su una mozione della Lista Crivello per intitolare una strada al povero Giulio Regeni, barbaramente ammazzato in Egitto dopo essere stato torturato.

Ferraro era un fascista, nessuno lo nega, ma non era solo quello, era uno sportivo di successo, un militare coraggioso, un pioniere dell’attività subacquea, un imprenditore affermato. Ha sbagliato ad aderire al fascismo? Sicuramente SI. Si è macchiato di alcuno dei tanti delitti contro l’umanità commessi dai fascisti e dai nazisti? Sembra proprio di no. Quante centinaia di migliaia di soldati hanno militato con onore nell’esercito regolare del Regno d’Italia? Parecchie. Quanti di loro hanno strade, piazze intitolate?

E ora veniamo a Regeni. La vicenda personale è dolorosa, straziante, essere torturato fino a morirne è una morte che non dovrebbe colpire nessuno e i suoi aguzzini dovrebbero patire qualche cosa di simile, non per vendetta ma per far loro assaporare quello che hanno inflitto a quel povero ragazzo. Regeni era innocente? Ma di che cosa è accusato? Di complottare contro l’ordine stabilito in Egitto? Ma quale ordine? Quello che permette alle autorità di raccontarci la favoletta che era stato rapito per essere rapinato? Ma si sa quando ci sono di mezzo i servizi segreti. Brutta gente.

Ma veniamo a noi.

Per consuetudine, da molti anni, le strade cittadine vengono intestate a personaggi locali. Sì è vero, abbiamo Via Roma, Via XX Settembre, Via XXV Aprile, e molte altre che con la storia genovese non hanno nulla a che fare, ma si tratta di avvenimenti o personaggi nazionali e poi erano altri tempi. L’attuale Regolamento toponomastico indica dei criteri di massima ma lascia aperte tutte le vie: l’Art. 5 prevede che non si possa intitolare vie, piazze etc. a persone che siano decedute da meno di 10 anni ma …; l’articolo 8 detta i criteri generali: conservazione dei toponimi, accertati legami tra le persone ed il territorio genovese, rapporto di congruità tra la rilevanza della persona e la posizione ed il tipo di area. Ma …

Come sempre c’è la scappatoia, in casi particolari si può sempre derogare.

E per Regeni le regole sono state derogate tutte, proprio tutte. Non è un eroe nazionale nel senso che non ha messo in atto nessuna azione clamorosa, coraggiosa, eroica da poter essere unanimemente riconosciuta in tutta Italia. Non ha alcun rapporto con Genova. Non è morto da almeno dieci anni, tant’è che bisogna chiedere una deroga al Ministero degli Interni.

Insomma, nella drammaticità della vicenda, aggravata dall’ostruzionismo delle autorità egiziane, proprio non vedo alcuna motivazione per questa intitolazione. Ovviamente al suo Paese natio sarebbe diverso, ma a Genova proprio non trovo alcuna ragione.

Ecco allora la spiegazione del titolo: dopo la muscolare azione del centrodestra che giustamente ha voluto ricordare Ferraro e Marcante nonostante il primo fosse un dichiarato fascista e non abbia mai fatto ammenda, ora la rivincita del centrosinistra: intitoliamo una strada ad uno che con Genova non c’entra nulla, così abbiamo una rivincita sulla maggioranza che governa il Comune. E il Sindaco ha detto di si, svuotando la rivincita di ogni significato.

La mozione è stata votata all’unanimità, tutti felici e contenti: il centrosinistra per aver ottenuto quello che voleva, il centrodestra per aver evitato un’azione di forza, ed il Sindaco per aver messo d’accordo capra e cavoli senza causare un’ulteriore rottura in Consiglio, acquisendo anche qualche punto nei confronti del centrosinistra. L’unico che continua a rivoltarsi nella tomba è proprio il povero Regeni che deve assistere a questi teatrini locali mentre le indagini sono pressoché ferme e la giustizia tarda ad arrivare, se mai arriverà.

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