SUL GAY PRIDE DI GENOVA |
Da qualche giorno si fa un gran parlare sul patrocinio che il Comune di Genova ha negato al gay paride e del dissenso che due assessori hanno espresso sulla posizione del Sindaco L’argomento ha avuto ampia risonanza su Il Secolo XIX e sulla stampa on line, IL SECOLO IL SECOLO; GENOVA 24; ANSA LIGURIA ; GENOVATODAY ed altri. Le iniziative per le quali era stato richiesto il patrocinio non oneroso del Comune erano due: La ColorataCena ai Giardini Luzzati del 17⁄5 ed il corteo Liguria Pride del 16⁄6. Segue l’elenco delle voci dissenzienti tra cui gli assessori Serafini e viscogliosi Occorre chiarirsi sui termini, secondo il vocabolario Treccani la definizione è di patrocinio è: “1. Protezione, difesa, spec. quella che il patrono romano concedeva al suo cliente; anche in senso più generico: invocare il p. di un alto personaggio; chiedere, ottenere, accordare il patrocinio. Per estens., sostegno da parte di un’istituzione; patronato: la mostra ha ottenuto il p. del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Nel linguaggio religioso, la protezione di un santo patrono o di un santo in genere: mettersi sotto il p. della Vergine; i calzolai sono sotto il p. di san Crispino.” Lo Statuto del Comune di Genova all’art. 3 “Obiettivi preminenti” recita: «1. Il Comune di Genova, in conformità ai valori costituzionali, nonché a quelli contenuti nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, nella Carta europea delle autonomie locali e nell’ambito dei principi dell’ordinamento comunitario e di quello dello Stato, cura e tutela gli interessi della propria comunità e ne promuove l’equilibrato sviluppo sociale culturale ed economico, considerando nelle sue scelte la vocazione di Genova come città marinara, mercantile, industriale, turistica ed imprenditoriale e il suo secolare rapporto con i popoli europei e mediterranei in un impegno di pace e di disarmo. 2. In particolare il Comune di Genova: a) favorisce nella propria organizzazione e nella propria azione, la rimozione di tutti gli ostacoli che si frappongono all’effettivo sviluppo della persona ed alla eguaglianza degli individui anche nell’ambito delle comunità intermedie e delle formazioni sociali, nel rispetto del principio di sussidiarietà. Agisce a sostegno della famiglia e promuove la tutela della vita, della sua qualità e della salute; b) (omissis) c) informa la sua azione al principio di solidarietà e di pari opportunità tra i cittadini senza distinzione di sesso, di razza, provenienza geografica, lingua, religione. Promuove le azioni positive idonee ad assicurare pari condizioni, e in particolare misure attea a realizzare la piena uguaglianza di opportunità fra uomo e donna; (omissis)» Dalla lettura di quanto sopra mi sembra che se ne possano trarre i seguenti principi base: rimozione degli ostacoli che si frappongono con il pieno sviluppo della persona, eguaglianza degli individui, sostegno alla famiglia, tutela della vita e della salute, favorire la solidarietà e le pari opportunità senza distinzione di sesso. Orbene, l’attività, degli organi comunali deve uniformarsi a questi principi. Ciò non significa che non possano il Sindaco, il Consiglio, la Giunta e gli altri organi comunali avere idee proprie, basta che non violino lo Statuto del Comune. Ma negare il patrocinio non significa affatto fare delle discriminazioni, impedire il regolare e pacifico svolgimento di una manifestazione, ostacolare la partecipazione dei cittadini. Semplicemente ha la valenza di un giudizio di merito, io non sono d’accordo con il contenuto di quella manifestazione e, quindi, non la sostengo, tutti gli altri possono ovviamente partecipare ed io li debbo tutelare affinché non vengano discriminati sia che partecipino sia che si astengano. Prima di esprimere considerazioni a vanvera occorre meditare e riflettere sulle parole e sul contenuto dei documenti ufficiali, e non atteggiarsi a vittime scandalizzate del prepotente potere altrui. Come la Pettene ad esempio che senza aver preso alcuna preferenza è stata nominata tra i saggi di Balleari, o la Viscogliosi o la Serafini che almeno ha preso un buon numero di preferenze o, ancora, chi dell’omofobia fa da sempre un suo cavallo di battaglia. Confondere le acque è, attività comune a chi vuole difendere ad oltranza le proprie opinioni. Non si tratta di omofobia, discriminazioni, diritti, si tratta di scelte che vengono fatte in nome delle proprie convinzioni. Nessun diritto è, stato leso alle varie associazioni LGBT né ai singoli, le manifestazioni sono state autorizzate, il suolo comunale è stato concesso, tutti coloro che vorranno partecipare lo potranno fare con la massima libertà. Il patrocinio, invece, è una sorta di approvazione e riconoscimento che un ente (il Comune) può, concedere o no senza nulla togliere alla legittimità della manifestazione. Diversamente non sarebbe stata autorizzata. Non cè alcuna lesione di diritti, il patrocinio non è un diritto, e quindi, la sua negazione non richiede motivazione che, comunque, sta proprio nel contenuto stesso delle manifestazioni di questo genere, dietro la proclamata tutela dei diritti degli omosessuali si vuole propagandare le famiglie arcobaleno, le unioni omosessuali (come se appartenessero all’ordina naturale delle cose), le adozione da parte delle coppie monosesso. D’altronde il Coordinamento Liguria Rainbow è una rete di associazioni monoliticamente unite nel propagandare i disvalori appena elencati, ne fanno parte: AG-AboutGender, Agedo Genova, Amnesty International - Circoscrizione Liguria, Associazione Usciamo dal silenzio Genova, CO.GE.DE Liguria, Comunità di San Benedetto al Porto, Famiglie Arcobaleno, Gay is not a clubber - gruppo giovani universitari, GenovaGaya, Gruppo Bethel LGBT, Leftlab, Lesboeventi, M.I.A. Arcigay Imperia, Ponente che Balla, Princesa, Rainbow Pangender Pansessuale - Genova Liguria Gaynet, Rete di Donne per la Politica, Sentinelli di Genova, SpA Politiche di Donne, UAAR. In definitiva la mia personale opinione è la seguente: gli pseudovalori propagandati dalla manifestazione del gay pride non devono ricevere accoglienza nella comunità umana, le unioni omosessuali non sono assimilabili neanche lontamanmente al matrimonio (e bada bene non parlo del matrimonio cristiano che riconosco come Sacramento), l’adozione dei bambini da parte delle coppie omosessuali è atto gravissimo perchè nega l’essenza stessa della genitorialità che presuppone una madre ed un padre, le teorie sulla sessualità fluida (gender) sono aberrazioni che negano la fisicità dei due sessi. Altra e ben diversa questione è quella delle discriminazioni sulla base del sesso, comprese quelle contro gli omosessuali, purchè della propria omosessualità non se ne faccia una bandiera, un titolo di merito, un vanto. Nessuno deve vantarsi di quello che la natura gli ha riservato, non cè motivo per vantarsi di essere maschio o femmina, sono così perché questa è la loro condizione, tutte le altre considerazioni sono mistificazioni e propoganda in mala fede. Pertanto bene ha fatto il Sindaco a permettere la manifestazione ma a negare il patrocinio, tutti ( se non ci sono problematiche di ordine pubblico o non vengono violati i principi costituzionali) sono liberi di manifestare a favore dei valori nei quali credono ma il patrocinio è altra cosa Da ultimo è giunto un domunicato del Sindaco pubblicato su ANSA Liguria che cerca di smorzare i toni, si tratta di un evento divisivo e quindi il Comune non può concedere il patrocinio Ribadisco quindi il mio plauso all’iniziativa del Sindaco, il patrocinio si concede alle manifestazioni che almeno teoricamente potrebbero interessare tutta la popolazione, non a quelle divisive e fortemente propagandistiche rispetto a (dis)valori che non si condividono. |